SCOPRI AMEGLIA

AREE ARCHEOLOGICHE E BENI CULTURALI

Villa Romana Bocca di Magra

Villa Romana Bocca di Magra

Lungo il pendio del Caprione, sulla riva destra del Magra dove il fiume si confonde con li mare, sono conservati i resti di una villa marittima che si affacciava sull'antico portus Lunae, godendo dell'amenità e piacevolezza dei paesaggi marino e collinare, racchiusi dal cerchio roccioso delle Alpi Apuane, bianche di marmi. i poeti latini Stazio e Persio cantano il loro amore e la loro nostalgia per questi luoghi della costa ligure, lontani dal clamore e dalla folla, adagiati nella mitezza degli inverni, immersi nell'ombrosità della macchia mediterranea e riscaldati dalla vasta solarità marina.

La Necropoli di Cafaggio

La necropoli preromana dei Liguri sorge ai piedi della collina di Ameglia lungo la sponda destra del Magra. Individuata e in parte distrutta a seguito di uno sbancamento nel 1976, costituisce al momento il nucleo più antico dei sepolcreti ad incinerazione disposti lungo i versanti delle alture che circondano il borgo medievale di Ameglia, noti a seguito di scoperte occasionali avvenute principalmente tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. La necropoli è databile tra l'ultimo venticinquennio del IV e gli inizi del III secolo a.C. ed ha una struttura monumentale legata alla presenza di recinti in muratura a secco disposti lungo due direttrici parallele. Le tombe sono costituite da cassette realizzate con lastre di pietra scistosa del vicino promontorio del Corvo e custodivano le urne con i resti incinerati dei defunti e il relativo corredo (oggi nei depositi del Museo di Luni). Le sepolture sono riferite a circa ottanta individui, dei quali ventisette maschi, trentaquattro femmine, sei bambini (il resto non è identificabile). Gli elementi del corredo sono costituiti prevalentemente da oggetti di ornamento personale in ferro, bronzo e argento; armi da offesa e da difesa, con tracce di manomissione rituale; vasellame tra cui anche esemplari a vernice nera ed anfore da trasporto di diversa provenienza. Dopo una rovinosa frana che ne determina il seppellimento e l'abbandono, la frequentazione dell'area riprende in età romana e tardo antica, con sepolture a incinerazione (I-II secolo d.C.) e inumazioni (non databili per mancanza di corredo).

LUN-ROS 2

Castrum de Amelia

Dopo la rovina di Luni, Ameglia divenne sede dei vescovi lunensi per i soggiorni estivi o temporanei, rimanendo tale fino al XIII secolo. La sua esistenza, tuttavia risale a prima dell’anno Mille, come è attestato dal diploma imperiale di Ottone I del 963, atto da cui si evince che l’incastellamento del sito risalga ad epoca precedente.
Il castrum è costruito su un potente ammasso roccioso che ha determinato l’andamento asimmetrico delle mura.
Attorno al castello, munito di torre e mura di cinta, si trovava il borgo, in cui si esercitavano i vari mestieri e nelle campagne i villani, vincolati alla terra in cui nascevano, praticavano l’agricoltura. In caso di pericolo tutti gli abitanti del feudo del vescovo-conte dovevano rifugiarsi dentro le mura per difendersi e per provvedere alle necessità del castello. Il castello infatti era difeso da una milizia di ordinanza, limitata a poche unità, e soprattutto da una guarnigione di villani armati con balestre a pietra e altre armi semplici come ad esempio sassaiole a mano.
Il castello e il borgo, per la loro posizione strategica, furono oggetto di aspre contese con i più potenti centri limitrofi come Lucca, Genova, Milano, i ribelli arcivescovili di Sarzana.
Nel castrum sorgeva il palazzo-castello (palatium), il cui ingresso, posto più in alto, era protetto da un profondo fosso, che oggi costituisce un piacevole spiazzo antistante il complesso fortificato. Il palazzo alla quota superiore era collegato alla torre e circondato dalla prima cerchia muraria del borgo, ancora ben riconoscibile insieme alle altre due, poste ai livelli sottostanti.

Torre del Castrum

La torre del castello di Ameglia è il manufatto di maggior pregio dell’antico castrum. Essa infatti conserva i tratti originari, si sviluppa a pianta cilindrica come quella che si trova nel versante nord-ovest del vicino borgo di Montemarcello, che è una forma più rara rispetto a quelle a pianta poligonale, maggiormente diffusa fra i tanti castelli della Lunigiana costiera, come ad esempio a Castelnuovo, Vezzano Ligure, Arcola, Trebbiano.
La torre sorge in posizione separata rispetto al palatium ed è stata successivamente inglobata nella cinta muraria. Al di sotto, l’antico fossato, costituisce oggi una piacevole piazzetta antistante il complesso fortificato. Si tratta della seconda torre dell’acropoli, ricostruita al tempo del vescovo Antonio da Camilla (1297-1307), famoso alla letteratura per aver siglato la cosiddetta ‘pace di Dante’ nel 1306.
La torre di Ameglia è stata inserita nel 2022 nel progetto “Itinera Romanica” che ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio romanico minore dell’area nord tirrenica (Interreg Marittimo IT- FR – Maritime).